ROMA – Radiazione solare ultravioletta. Dopo aver parlato ieri del nuovo opuscolo Inail dedicato agli infortuni in itinere oggi segnaliamo il secondo documento della serie, dedicato questa volta ai rischi per i lavoratori all’aperto, il sole, la prevenzione.
“I raggi solari devono essere considerati a tutti gli effetti un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori che lavorano all’aperto”. L’opuscolo passa in rassegna le conseguenze dell’esposizione solare, dagli effetti immediati e quotidiani derivanti da un’eccessiva esposizione come eritemi, bruciori e ustioni, per arrivare alle gravi patologie e alle malattie della pelle, tumori cutanei, invecchiamento precoce.
Quindi il fototipo, da 1 a 6, con l’analisi di ognuno dei sei gradi, i soggetti che in base a questo devono porre particolare attenzione e un lungo paragrafo dedicato alla protezione sul lavoro, come organizzare giornate e abitudini per evitare i rischi. Gli orari, l’ombra, i pasti e le pause, il cappello a tesa larga, “mai lavorare a dorso nudo!”, occhiali da sole, creme solari.
- “Neve, ghiaccio, acqua, sabbia e cemento riflettono la luce solare, aumentando i raggi solari nocivi;
- L’intensità dei raggi solari varia con le stagioni, con le aree geografi che e con l’altitudine;
- Anche quando il cielo è nuvoloso siamo esposti a radiazioni solari. Vento e nuvole riducono la sensazione di calore, ma non il rischio di scottature;
- Bisogna proteggersi anche in inverno e non solo d’estate;
- Il vetro blocca quasi totalmente i raggi solari nocivi”.
Info: Inail, La radiazione solare ultravioletta
Source: Quotidiano Sicurezza
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